lunedì 19 dicembre 2016

Dal workshop di sabato 17 Dicembre - Il Walking Bass

Sabato 17 dicembre, presso il mio studio ho tenuto l'ultimo incontro collettivo del 2016.
L'argomento di questo laboratorio era l'uso di un basso melodico in un arrangiamento fingerstyle, partendo dalle basi per arrivare al walking bass.
Insieme abbiamo visto come si possano trovare soluzioni interessanti alternative al più tradizionale basso alternato; abbiamo potuto percepire la differenza tra scegliere di mettere la tonica al basso sul primo movimento o un altra nota appartenente all'accordo oppure alla scala. Siamo riusciti a costruire delle linee melodiche al basso che potessero arricchire il nostro arrangiamento senza perdere il senso armonico del giro.
Dopo questo lavoro introduttivo ci siamo concentrati sul walking bass, tecnica di accompagnamento tipica dei contrabbassisti Jazz. Con questa tecnica il basso, lo dice la parola stessa, "cammina" fornendo al solista un solido sostegno ritmico e armonico su cui improvvisare.
Lavorando su alcuni esempi abbiamo provato a collegare gli accordi di un giro armonico con delle linee di basso che utilizzassero dapprima solo note appartenenti alla tonalità e poi inserendo note "fuori tonalità" che svolgessero la funzione avvicinamento cromatico.
Nel jazz, i movimenti forti sono il due ed il quattro, questo aspetto è fondamentale nello studio e nella pratica di questa tecnica, ho suggerito a tutti di lavorare tenendo il metronomo sul due e il quattro per migliorare lo swing.
Di seguito uno degli esempi tratti dal workshop, gli altri sono disponibili nell'area riservata ai miei studenti. Buone Feste!


martedì 29 novembre 2016

Appunti dal workshop di Duck Baker

A distanza di un anno è tornato a trovarci Duck Baker e sono davvero molto felice di constatare che anche questa volta il workshop ha ottenuto un meritato successo. Tra nuovi partecipanti e chi ha scelto di tornare dopo l'esperienza positiva dell'anno scorso c'erano una decina di chitarristi di buonissimo livello ed era il nostro obiettivo.
L'argomento di quest'anno era l'improvvisazione fingerstyle, ovvero la capacità di creare delle frasi mantenendo simultaneamente una linea di basso.


"...Improvvisare, nella vita lo facciamo sempre ogni volta che apriamo la bocca per parlare, se non siamo politici..."; così Duck ha iniziato il suo discorso riferendosi al fatto che spesso ci si creano delle barriere che non ci permettono di lasciarsi andare ed improvvisare, spesso motivate da insicurezze o timore reverenziale.
Durante le tre ore di incontro Duck ci ha dato tante idee da sviluppare per improvvisare su un blues in Mi, probabilmente il terreno più semplice da cui partire.
Per sviluppare l'abilità tecnica di suonare delle frasi mantenendo simultaneamente una linea di basso, abbiamo provato delle frasi in 12/8 sulla pentatonica di Em (con qualche nota in più come ha detto Duck).
 Spostando la frase di un ottavo gli accenti e così pure i bassi cadevano su note differenti: ottimo per sviluppare l'indipendenza tra il pollice e le altre dita della mano sinistra.



"Qualcuno ha idea di quanti dei vecchi bluesman delle origini usassero la scala pentatonica? Nessuno! Trovavano le note che suonavano bene, che corrispondevano alle note che cantavano. La scala è utile perchè contiene alcune di queste note ed è comoda per imparare..."






Duck ci ha parlato di alcuni suoi riferimenti come Skip James "che cantava la terza maggiore su un accordo minore mentre altri facevano l'esatto opposto", Lonnie Johnson, che fu tra i primi ad introdurre i cromatismi nel suo fraseggio, e ancora di grace notes dell'African Blues di Ali Farka Tourè oppure del tremolo fra 3m e 3M tipico del fraseggio di Louis Armstrong, nel primo periodo quando ancora suonava il corno con le cantanti blues.
Una breve parentesi è stata dedicata anche alle tecniche per stoppare il basso (Big Bill Broonzy, Merle Travis) e la prima parte del workshop si è conclusa con degli esempi di voicing diversi per il turnaround.
Naturalmente per ogni idea Duck ci ha fornito degli esempi su cui lavorare che troverete trascritte nell'Area Riservata del blog.







Nella seconda parte abbiamo invece approfondito i due esercizi che ci ha consegnato Duck tratti dal suo libro Blues 101 che ha eseguito per noi in questo video:


Un grande grazie a tutti i partecipanti, attenti e preparati, a Mondomusica che ci ha messo a disposizione una delle sue aule e al Maestro, Duck Baker. Alla prossima!


Val



venerdì 28 ottobre 2016

Duck Baker a Milano il 13 Novembre

Con grande piacere annuncio il ritorno a Milano di Duck Baker, un Maestro del Fingersyle Jazz, un personaggio leggendario per chi ama la chitarra acustica.
Il workshop dell'anno scorso è andato molto bene ed è stato naturale chiedergli di tornare anche quest'anno. Duck, da poco rientrato da un breve tour negli Stati Uniti, questa volta parlerà ancora più approfonditamente di improvvisazione, e nello specifico di idee per improvvisare mantenendo un basso alternato; proveremo inoltre nuovi arrangiamenti, diversi rispetto all'ultimo incontro.
Duck Baker è uno dei più stimati chitarristi fingerstyle della sua generazione, un profondo conoscitore delle radici della musica americana. Ha suonato una grande varietà di stili in solo e in diversi gruppi spaziando dal blues all'early jazz fino all' avant-garde, collaborando con grandi artisti, come John Zorn, per esempio. Ha pubblicato metodi per chitarra e decine di dischi tra cui voglio ricordare il bellissimo omaggio al pianista jazz Herbie Nichols.
Questo grande musicista, nel corso della sua carriera si è esibito in tutto il mondo, facendo tour in America Europa e Australia.

Il workshop è a numero chiuso, per prenotare è necessario contattarmi:
val_bonetti@live.it o cell 3492940602
L'incontro si terrà il giorno 13 novembre alle ore 16:00 (per circa due ore e mezza) a Milano presso Mondomusica, via Mac Mahon 9.




Val Bonetti

mercoledì 19 ottobre 2016

Breve resoconto del workshop di sabato 15 Ottobre

Il primo incontro collettivo dell'anno scolastico si è svolto sabato scorso presso la sede di Good Thumb.
Abbiamo parlato delle prime Jazz Band e del ruolo della chitarra (ruolo inizialmente occupato dal banjo) in questi ensemble agli albori del Jazz. Sì è parlato di come accompagnare ad accordi e di come "stare sul beat".
Nelle orchestre Dixieland e prima ancora negli ensemble di Ragtime il banjo scandiva rigorosamente ogni beat della misura senza accentazione; solo più avanti nell'era swing l'accento sul due e sul quattro si è resa più evidente.
Il Ragtime che risale alla fine del '800 era la musica da ballo caratterizzata da tempi mediamente veloci, ritmiche ostinate e melodie sincopate. La chitarra Ragtime come il piano Ragtime è un adattamento di questa musica ad un solo strumento e la tecnica fingerpicking ci permette di far sentire melodia armonia e mantenere il sostegno ritmico dei bassi simultaneamente.
Blind Blake fu il più grande chitarrista Ragtime e la sua tecnica era caratterizzata dall'uso del basso sia alternato che sincopato, gran parte della lezione è stata dedicata a questo argomento; abbiamo preso il giro armonico di un noto brano di Spencer Williams ("I ain't gonna give nobody...") e abbiamo provato a suonare accordi e basso alternato introducendo progressivamente alcuni bassi sincopati.
Qui di seguito un esempio tratto dal workshop.




Successivamente ci siamo concentrati sulla melodia del brano scelto eseguendola dapprima come scritta per poi suonarla più liberamente in una sorta di improvvisazione: il nostro approccio all'improvvisazione cerca la spontaneità, per questo si lavora sulla propria creatività partendo da poche note, magari di una melodia oppure di un accordo o di una porzione di scala. Per concludere gli studenti hanno provato ad improvvisare a coppie secondo un'idea di domanda e risposta.
Credo sia stato un bel pomeriggio e conto di ripetere in futuro questa esperienza, un caloroso grazie va da parte mia a tutti i partecipanti.

Val Bonetti

martedì 11 ottobre 2016

Primo appuntamento dell'anno accademico: la chitarra Ragtime Jazz

Questo Sabato, 15 Ottobre, presso la sede di GoodThumb, terrò una Master Class dedicata alla chitarra Ragtime-Jazz. Parleremo di tecniche di accompagnamento, di suono e di improvvisazione nello stile del Jazz degli albori.
Sappiamo che la chitarra fingerstyle è una sorta di mini orchestra, a portata di mano cercheremo quindi di inserire ogni singolo elemento della band dentro al nostro strumento.
Partiremo dal ruolo della chitarra nelle orchestre Dixieland, ruolo che fino alla fine degli anni venti in realtà era del Banjo, per poi, proprio come il piano Ragtime, far suonare alla chitarra stessa tutte le parti della band, il contrabbasso, la sezione fiati e la voce, rubando qualche idea ai grandi maestri della chitarra Ragtime.
Questa è la prima di una serie di master-class che terremo durante l'anno seguitemi, ci si vede sabato!

Val


mercoledì 4 maggio 2016

L'Hard Bop ha il ballo di San Vito. A cura di Cristiano Da Ros.

Aprendo questo blog uno dei miei principali obiettivi era di riuscire col tempo ad arricchire i contenuti attraverso il contributo di altri musicisti. L'articolo che segue è infatti firmato da Cristiano Da Ros. Cristiano è per me più di un collega, è un compagno di viaggio da ormai diverso tempo. Circa due anni fa abbiamo prodotto un disco con le sole nostre energie e piano piano questo lavoro sta aprendo nuove strade che percorreremo insieme. Sono contento che Cristiano abbia voluto per primo contribuire a questo blog parlando di un artista e di un brano su cui, come dire...,ci siamo parecchio spaccati le corna. 

Val


Ciao a tutti, è un piacere scrivere in questo spazio. Per quelli che non mi conoscono sono un bassista e contrabbassista, perciò il mio post non poteva che riguardare un pianista, non che compositore e arrangiatore: Horace Silver
Recentemente Val ed io abbiamo deciso di rendere omaggio ad alcuni artisti che sono stati importanti per la nostra crescita come musicisti, prima ancora che come strumentisti e per entrambi Horace Silver è stata una figura importante della nostra formazione. 
Horace Silver (1928, 18 giugno 2014) è stato, assieme al batterista Art Blakey, uno dei padri fondatori dell’Hard Bop, genere la cui nascita viene fatta coincidere da molti con la registrazione del disco Horace Silver and the Jazz Messanger (1955, Blue Note Records). Il disco è registrato in quintetto, nel quale hanno suonato con Silver e Blakey il tenorista Hank Mobley, il trombettista Kenny Doram e il contrabbassista Doug Watkins. 


Le nostre attenzioni si sono rivolte al disco  Blowin’ the Blues Away, registrato quattro anni dopo sempre in quintetto per la blasonata Blue Note. 

All’interno di questo disco ci sono capolavori come Peace o The Baghdad blues, che sono stati suonati da almeno tre generazioni di musicisti. All’interno del disco ci sono brani meno battuti, ma sempre molto interessanti, uno di questi è The St. Vitus Dance (ascolta su Spotify), realizzato però in trio. 


The St. Vitus Dance (partirura su Scribd) è basato sulla tipica struttura di 32 misure, diviso in 4 sezioni di 8 misure AABA. La sezione A è in Fa minore mentre la sezione B si sviluppa per 4 musire La bemolle e le successive Sol bemolle. 
Il brano comincia direttamente dalla frase di pick-up del tema sulla scala superlocria di Do, il tema si sviluppa poi prevalentemente sulla scala pentatonica di Fa minore. Le sezioni A sono accompagnate con degli stop-time che da prima rispondono al tema e successivamente ne assecondano gli accenti. La sezione B invece è suonata con un accompagnamento in 2 morbido ma propulsivo. Il solo di Horace Silver che segue l'esposizione del tema comincia con un pick-up di 2 misure senza accompagnamento, e si sviluppa su quattro chorus, l’ultimo dei quali si sviluppa su un arrangiamento scritto: nelle sezioni A, si alternano 4 misure di obbligato a quattro di assolo di piano accompagnato in 4. 
Il brano termina con l'esposizione del tema seguito da una brave coda in stop-time di 3 misure e da tre misure in tempo rubato su di una cadenza in F minore. Il finale vero e proprio è costruito su un arpeggio dal sapore impressionista basato sull'accordo Ab°Maj7/F .
Nella speranza di avervi fatto venire voglia di suonare questo bellissimo brano vi saluto con l’analisi dell’armonia delle sezioni A e B.

Buon divertimento.

Cristiano Da Ros


giovedì 24 marzo 2016

Dalla master class con Davide Mastrangelo e Val Bonetti

Domenica 13 marzo sì è svolta la doppia master class che attendevo da tanto tempo. Tenere il mio primo seminario come didatta con un grande amico e un grande Maestro come Davide è il coronamento di tanto lavoro e tanti sacrifici, è stato davvero emozionante!

L'intervento di Davide Mastrangelo era dedicato agli stili della chitarra fingerstyle e alla sua evoluzione. Si è parlato molto del blues acustico e del jazz delle origini e di tecniche come il basso ostinato, il basso alternato (e il boom-chick) e il basso sincopato.
Oltre alle tecniche chitarristiche Davide ha dedicato una buona parte del suo intervento per parlare di improvvisazione: è emerso chiaramente come la solidità ritmica e una buona conoscenza degli accordi in più posizioni siano i fondamentali per poter affrontare questo stile.
Fra i vari esempi proposti da Davide c'è "St. James Infirmary", un bellissimo arrangiamento di facile esecuzione con un giro armonico basilare, perfetto per chi si sta avvicinando al jazz fingerstyle e all'improvvisazione. Qui di seguito le prime sei misure tratte dal libro "Fingerstyle Guitar Workshop" di Woody Mann e Davide Mastrangelo, ed. Carisch.

EN. Davide's lesson was about the evolution of fingerstyle guitar, from the roots to these days. Davide talked about country blues and early jazz and showed different bass techniques like ground bass, alternate bass (boom-chick) and the syncopated bass. Apart from techniques Davide spent some time talking about improvisation over chords in the early jazz style. 
Among his various examples here is the arrangement of St. James Infirmary; a perfect tune to get into fingerstyle jazz and improvisation, here below the first six bars from "Fingerstyle Guitar Workshop" by Woody Mann and Davide Mastrangelo, ed. Carisch.


Mastrangelo ha dedicato la seconda parte del suo seminario alle tecniche più moderne. Abbiamo ascoltato alcuni suoi brani originali ed alcuni arrangiamenti, in particolare vorrei sottolineare il suo "Try to catch the train" e l'arrangiamento di "Morrison' jig" che caratterizzano lo stile di questo musicista fortemente legato alle origini della chitarra acustica dalle quali lui stesso si emancipa grazie ad una tecnica e un attitudine assolutamente moderne. 


Davide Mastrangelo dedicated the second part of his master class to modern techniques. We had the pleasure to listen to some of his originals and some arrangements. I find that "Try to catch the train" and "Morrison' Jig" in particular characterize his particular style devoted to the american guitar roots but with a modern attitude and technique.





Il mio intervento era dedicato all'interpretazione: ho voluto concentrare l'ora che avevo a disposizione su questi tre colori: dinamica, variazioni rimiche e abbellimenti.
Il mio obiettivo era far toccare con mano agli studenti le grandi potenzialità espressive che offrono questi tre elementi a prescindere dal livello tecnico in cui ci troviamo. Talvolta nei corsi di musica l'espressività viene trascurata e ciò è comprensibile; ci sono tante cose da studiare, un maestro desidera che lo studente prosegua nel suo cammino e arricchisca il suo bagaglio di tecniche, di accordi, di scale e così via…e l'ora di lezione vola. Ma ogni tanto arriva il momento in cui ci si deve fermare e consolidare ciò che si ha raggiunto con tanto sacrificio per poterlo esporre al meglio e possibilmente trasmetterlo ad altri. In poche parole, vogliamo dare voce alla nostra musica attraverso la chitarra.
Io penso che poter comunicare qualcosa con la musica sia una delle esperienze più belle; raccontare una storia una sensazione o un immagine che sia, credo che ognuno di noi abbia un modo unico di farlo. 
Durante il seminario abbiamo provato a giocare con le note di "When I Lay My Burden Down", lavorando con la dinamica, con abbellimenti quali bending e legato, e abbiamo giocato con il ritmo spostando alcune note nel tempo.
Al di là dei vari esempi e suggerimenti che ho cercato di offrire (i pdf sono nell'area riservata) spero soprattutto di aver trasmesso il desiderio di raccontare qualcosa attraverso un brano, la voglia di personalizzare una melodia e di giocare con la musica con i mezzi che abbiamo. 

EN My part was about interpretation and it was focused on these three "colors": dynamic, rhythm variations, embellishments. My goal was to show the students the high potential in expressivity of these three elements regardless of our abilities on guitar.  
Sometimes guitar courses neglect interpretation and expressivity …we all care about scales chords in all positions, techniques, repertoire and so on…Then it comes the time when our repertoire have to be consolidated and expressed in the best way we can.
During the master class we played altogether "When I Lay My Burden Down" and we worked on dynamic, bending legato, and rhythmic variations of the melody.
I think that one of the most beautiful experiences in music is the possibility to communicate something, a story, a feeling or an image…I believe that everyone has a unique way of doing it.
I left some exercises and some examples (available in the students area) but overall I hope to have transmitted the desire to communicate through music with our means.

"When I Lay My Burden Down" (Traditional Gospel)
Double Dropped D tuning (DADGBD)



La Master Class si è conclusa con un interessante e divertente open-mic. Tutti i partecipanti hanno accettato di mettersi in gioco e suonare qualcosa sul palchetto messo a disposizione da Unplugged Chitarre presso l'Associazione Musica a Manetta. Qui abbiamo potuto ascoltare tante cose belle, e sono emersi altri grandi temi come l'emotività, la concentrazione, la tensione da palco ma soprattutto la simpatia di tutte le belle persone che con passione hanno passato la domenica con me e Davide.

EN the last part of the master class was an open mic for all the participants. It was very interesting hearing everybody and after all we found out plenty of new topics for a future workshop such as concentration, emotionality, repertoire…I'd like to thank everybody, it was a great sunday!

Grazie a tutti

Val

venerdì 11 marzo 2016

13 Marzo - Master Class - chitarra fingerstyle - Stili ed interpretazione





Domenica insieme al Maestro della chitarra acustica fingerstyle Davide Mastrangelo terremo una master class dedicata agli stili e all'interpretazione.
Davide è un didatta di grande livello, il suo manuale di chitarra acustica è tra i più venduti in Italia ed oltre ad esso vanta numerose altre pubblicazioni, tra brani originali, adattamenti per chitarra acustica e collaborazioni di prestigio. Davide Mastrangelo è il fondatore del Centrostudifingerstyle, prima realtà didattica italiana specializzata nella chitarra acustica che con gli anni ha aperto diverse sedi dislocate in tutta Italia, fra cui la nostra Good Thumb.
Davide ci illustrerà gli stili e le tecniche e come si sono evolute nei vari repertori nel corso degli anni dalla tradizione alla chitarra moderna, un vero viaggio nel mondo della sei corde!
La mia parte sarà dedicata all'interpretazione, darò qualche suggerimento in merito a come affrontare un esecuzione sulla chitarra come cercare di dare la nostra versione di un brano e quali sono gli strumenti e le tecniche che possono venirci in aiuto.
L'ultima parte dell'incontro lascerà spazio ai partecipanti. Esibirsi dal vivo, di fronte ad un pubblico, è un esperienza didatticamente essenziale, poter condividere la propria musica il proprio sapere è una delle molle che spingono un musicista ad intraprendere questo mestiere, almeno lo è per me. Inoltre sarà questo un momento di scambio di opinioni e di suggerimenti personalizzati per gli studenti che lo vorrano.
Cari studenti ci vediamo domenica!



venerdì 12 febbraio 2016

Rory Gallagher - Banker's Blues

Talvolta ad alcuni studenti assegno il compito di trascrivere dei brani, anche solo alcune parti o semplicemente il giro armonico, poiché ritengo questo lavoro molto utile per sviluppare l'orecchio, migliorare il solfeggio e approfondire uno stile. Questa volta Fabio, mio studente da molto tempo, è andato ben oltre le aspettative trascrivendo un intero brano, riff accompagnamento e soli compresi, tratto da un concerto del 1976 del grandissimo Rory Gallagher. Bankers Blues è un originale di Big Bill Broonzy; Gallagher in questa sua versione da sfoggio di tutta la sua passione per il blues delle origini, con una tecnica mista plettro e dita, e soprattutto con la sua straordinaria energia. Una performance fuori dal comune, ecco il video:



EN Sometimes my students have the task to transcribe a solo or a riff or simply the changes of a song because I think this job is very important for ear-training and to get deeply into a music style. This time Fabio, one of my students, did a great work transcribing the whole part of the guitar, solos, riffs and accompaniment, of "Banker's blues" from a 1976 live of Rory Gallagher. This is an original blues by Big Bill Broonzy. Here Gallagher shows all his passion for blues roots, with a particular technique which mixes flat and finger picking, and overall with an extraordinary energy.




di seguito l'intro, l'intera trascrizione è disponibile nell'area riservata
Here is the intro, the whole transcription is available in the private area only



venerdì 15 gennaio 2016

Candy Man - Strumming senza plettro

Per inaugurare l'anno propongo questa mio arrangiamento di un brano di Mississippi John Hurt, Candy Man. 
Per questo arrangiamento ho utilizzato tecniche diverse fra loro discostandomi dalla tecnica tipica del country blues, con cui viene tipicamente suonato questo brano. Mi piace l'idea di poter esplorare un repertorio liberamente, talvolta scegliendo di uscire dai canoni stilistici; credo non esista un approccio giusto per fare un arrangiamento, credo che il bello sia avere la possibilità di esplorare diverse strade, attingere da altri stili e vedere cosa succede. 

Il video del brano è stato prodotto da ZeroTreProductions una giovane realtà toscana molto competente, con sede a Prato, che produce video di alto livello. 

EN
Here is my version of Candy Man, by Mississippi John Hurt. I Have chosen to use different techniques not respecting the style of country blues guitar. I like to face a repertoire freely, I think there's not only one approach to make a good arrangement, It is good to have the possibility to explore different ideas, from other styles, mix them and see what happens.
This video is produced by ZeroTreProductions, a young and very qualified reality based in Prato, Tuscany.





Ho scelto di mettere in evidenza la sezione B, la più complessa per la mano destra. Le prime due misure vanno suonate in strumming, con il dorso delle unghie, come se tenessimo un plettro, e bisogna fare attenzione ai punti in cui è necessario suonare soltanto la sesta corda. Subito dopo, nella terza e nelle misure successive, la mano deve recuperare la posizione per eseguire una parte in arpeggio. 
La partitura completa è disponibile nell'area riservata.

EN
Here below the B section, the most complicated for the right hand. The first two measures need to be played in strumming, with the back of the nails, moving the right hand as if we are holding a pick. Pay attention where only the sixth string must be played. In the third the next measures the hand must retrieve the position to run a part in arpeggio.

DROPPED D Tuning


Happy 2016!


Val