lunedì 12 giugno 2017

Tony McManus a Milano - 26 maggio 2017 - a cura di Alessandro

Cari amici di seguito un bellissimo articolo sulla masterclass tenuta da Tony McManus a cura di Alessandro uno dei nostri studenti:





 
Venerdì 26 maggio Tony McManus è stato protagonista di un interessante Workshop e di un meraviglioso concerto nella suggestiva cornice della Chiesa Anglicana All Saints di Via Solferino. Il posto si distingue anche per una ottima acustica e si è rivelato dunque uno spazio ideale per un evento di questo tipo.


Non ho bisogno di presentare il personaggio, ben conosciuto come il miglior chitarrista di musica celtica in circolazione. Mi hanno colpito però in particolare la grande pulizia e brillantezza del suono, il virtuosismo impressionante ma sempre al servizio dell'espressività, e infine l’ecletticità.

Tony infatti non si è limitato al repertorio gaelico ma ha spaziato tra musica greca, spagnola e della tradizione americana. L'apogeo dell'esibizione è stata l'esecuzione durante il workshop delle stupende trascrizioni delle sonate di Bach, una realizzazione che lo ha fatto conoscere anche al di là del circolo ristretto dei "malati di fingerstyle" come noi. Bach in DADGAD? Davvero?? Provare per credere!

Tony si è contraddistinto per simpatia e disponibilità, pronto a rispondere alle domande e ad adattare il workshop in base a interessi e preferenze degli studenti presenti. Una bellissima esperienza, un pomeriggio e una serata memorabili.

Qui di seguito offro alcuni appunti sparsi che ho preso durante il workshop. 

Prima di tutto, ovviamente, parliamo di

DADGAD

È un’accordatura bella, armonica, scintillante, già al primo strumming a corde vuote si presenta piena di eleganza e Tony la usa a profusione.

Il DADGAD è una derivazione dell'open D; a differenza di questa però non presenta tra le corde vuote la terza; in pratica, suonata senza l'utilizzo della mano sinistra con un bello sweep dalla corda più bassa a quella più alta, riproduce un openDsus). Il fatto di non avere la terza (né minore né maggiore) la rende dunque neutra rispetto ai modi, appunto, minore e maggiore.

In tutta la prima parte del workshop McManus ha illustrato quello che secondo lui è il modo giusto di affrontare questa accordatura, facendone un uso "verticale" invece che "orizzontale". Sostanzialmente, una melodia può essere riprodotta "orizzontalmente" su un numero limitato di corde, diciamo anche su una unica corda, muovendo la mano sinistra orizzontalmente sulla tastiera, a cercare note acute e gravi.
La riproduzione invece della stessa melodia in modo "verticale", lasciando la mano ferma e usando il maggior numero di corde diverse, permette di fare risuonare le note appena pizzicate e crea un gioco di risonanze e armonici. Questo è tanto più vero se per riprodurre le note della melodia vengono scelte corde vuote, che possono essere lasciate a vibrare anche quando la mano sinistra si sposta in una posizione diversa.
Si tratta di un  approccio "harp style" che nel caso della DADGAD genera armonici e voicing differenti rispetto ad altre accordature ed è facilitato dal fatto che gli intervalli tra le tre corde più acute sono molto ravvicinati. 

Per esemplificare il concetto basta partire dal modo di costruire la scala maggiore di Re mostrato da McManus. Come vedete, su 8 note 4 vengono ottenute pizzicando corde a vuoto.




Occorre dunque cercare il modo di suonare la melodia appoggiandola a corde a vuoto e cercando sempre di suonare due note successive su due corde diverse. Questo approccio tende ad andare oltre i soliti box che a volte vengono prediletti seguendo una impostazione un po' scolastica, per cercare tutte le risonanze e i colori specifici che il nostro stupendo strumento può offrire.

 


Per gli estremisti del gaelico c'è poi anche lo



CGDGCD

Non ha nulla a che fare con la provenienza geografica dalle Isole Orcadi. Viene infatti da una accordatura simile creata per il Banjo.

E’ affine al DADGAD di cui riproduce gli intervalli, semplicemente spostandoli verso le corde più acute. Interessante!

ORGANIST FINGER

Si tratta di una tecnica che consiste nel mantenere una certa nota su un determinato tasto, cambiando però il dito che preme sul tasto stesso. Ad esempio, immaginiamo di tenere una posizione per cui l'indice occupa il settimo tasto della quinta corda e le altre dita si estendono a cercare suoni più acuti alla destra dell'indice stesso; se questi viene sostituito dall'anulare mentre ancora la nota (settimo tasto della quinta corda, dunque un bel MI) risuona, a quel punto disporrò di indice e medio da spostare a sinistra, proseguendo la melodia su toni più bassi, il tutto continuando quel gioco di risonanze e di armonici di cui ho già parlato..

LA TERZINA VELOCE

È un abbellimento tipico della musica celtica. Tony la esegue anche sulle corde basse, con il pollice, in modo velocissimo, secondo una sequenza Giù Su Giù TA-TA-TA. È un suo trademark che rende riconoscibile il suo stile. Va detto che lui ha unghie piuttosto lunghe e smaltate di acrilico; a suo dire, non c’è pick o polpastrello che tenga, per fare la terzina veloce in quel modo occorre una bella unghiona su un bel pollicione. Una tecnica alternativa è però la sequenza medio-indice-pollice oppure pollice-indice-pollice; d'altro canto, ciò più difficili l'esecuzione sulle corde basse.

THE AMAZING SLOW DOWNER

Le trascrizioni delle sonate di Bach sono un capolavoro impegnativo, che ha chiesto a Tony mesi e mesi di lavoro, fino a diventare una ossessione. Per quanto riguarda l'esecuzione dei movimenti più difficili, il pezzo è stato preparato provandoli e riprovandoli partendo da una velocità molto bassa. Dopo tre esecuzioni corrette di fila, la velocità veniva incrementata di un 1% e così via, fino a raggiungere la velocità target, quella da concerto. Accidenti questi scozzesi che pazienza che hanno, sarà il whisky! Prima di curare l'esecuzione di questi passaggi però si trattava di “sbobinarli”, riconoscendo tutte le note in passaggi veloci e complessi in cui si intrecciano tre o quattro voci che si accompagnano e si contrappuntano (dopo tutto stiamo parlando del vecchio Johan Sebastian). In questo è corsa in aiuto la tecnologia tramite la App THE AMAZING SLOW DOWNER. Disponibile sia per iPhone sia per Android, permette di rallentare il pezzo mantenendo il pitch originale e ripetendo un loop di un frammento a scelta, in mood da riconoscere ogni singola nota e ricostruire un pezzo anche complicato e veloce. Tredici euro (scarsi) ben spesi!

Grande Tony.
Non ci saremmo mai stancati di ascoltarlo e di chiacchierare con lui.
In particolare, l’esecuzione delle sonate ha lasciato rivoli di saliva a costellare il pavimento della chiesa.

Peace & blues a tutti.

Alessandro