giovedì 7 marzo 2019

Ry Cooder 1971-78 - La tesina di Alessandro Cederle

Alessandro Cederle è un nostro bravissimo studente che da poco ha conseguito il diploma del Centro Studi Fingerstyle, consegnando una bella tesina su Ry Cooder. Un lavoro svolto con tanta passione e tanto studio. Ale sì è concentrato sul primo periodo (71-78) di Cooder e ha approfondito alcuni brani facendo un parallelo con i chitarristi che hanno maggiormente ispirato questo grande artista. Qui di seguito troverete parte dell'introduzione, chiunque volesse leggere tutta la tesi dovrà semplicemente scrivermi goodthumbguitar@gmail.com, e invierò il pdf:

Martedì 4 maggio 1982. Quella sera al Rolling Stone di Milano c’era anche Claudio Trotta,
“ un ragazzo in lacrime quando la band 1 inizia a suonare ”. Ero a pochi metri di distanza,
avevo 18 anni, e se anch’io non mi sono commosso, c‘è mancato poco. In particolare
l’impatto sonoro è stato enorme quando la band ha attaccato la prima song, una “Little
Sister” gonfia di energia, strepitosa e straripante, il rock’n’roll (Elvis in quel momento
guardava dall’alto) mescolato al blues, alle percussioni caraibiche, al piccante tex-mex, e ai
mille profumi e sapori della cucina di Ryland Peter Cooder.
Nel 1982 tuttavia si era già concluso il periodo cui è dedicato questo studio, che è dedicato
alla fase precedente nella storia dell’artista, dall’album di esordio fino a “Jazz”. Dopo Jazz
c’è una cesura evidente, finisce la parte prevalentemente acustica, che fa perno sulla roots
music, la musica tradizionale americana, nella sua dimensione geografica e culturale
allargata ai territori limitrofi. Arrivano gli album Rhythm & Blues, le colonne sonore, le
collaborazioni con musicisti africani, asiatici e sudamericani. Noi ci concentreremo dunque
sugli anni che vanno dal 1971 al 1978, quelli degli inizi, del melting pot, il periodo magico in
cui si fondono gli ingredienti fondamentali della cucina di Cooder: il blues, prima di tutto, la
musica della Depressione (le “Dust Bowl ballads”), ma anche le influenze messicane,
caraibiche e hawaiiane. E’ questo il tempo in cui nasce e si forma l’estetica chitarristica
Cooderiana.
Analizzare questo periodo significa esaminare le diverse influenze musicali che formano la
tavolozza del nostro eroe musicale. Questa analisi verrà svolta identificando, per ogni
genere attraversato da Cooder, un artista cui si è ispirato e una canzone di quello stesso
artista che Cooder ha voluto riproporre, rapportando poi l’esecuzione di Cooder alla versione
originale. Un genere, un gigante che lo rappresenta, un suo brano, e il modo in cui Ry li ha
studiati, compresi, assimilati e rifatti a modo suo.
La tendenza a immergersi completamente nel mondo musicale di un personaggio di
riferimento, peraltro, è un approccio tipicamente Cooderiano.
Infatti per Ry Cooder “suonare” significa calarsi nella storia e nell’orientamento musicale dei
personaggi che hanno creato un certo tipo di musica, cercando di cogliere la cultura, i
sapori, gli orientamenti musicali che emergono dal confronto, e infine, ma solo alla fine, le
tecniche chitarristiche di riferimento........

di Alessandro Cederle

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